martedì 20 novembre 2012

Questo Nostro Amore.

"Questo nostro amore" fino a poco tempo fa vi avrebbe fatto pensare all'omonima canzone di Rita Pavone o semplicemente all'esclamazione di due innamorati per strada, che sentono di voler urlare al mondo il loro amore intenso e passionale. E' da circa un mese, però, che se pronuncio per strada o ad alcuni miei conoscenti oppure se digito su twitter o facebook queste tre magiche paroline, ecco comparire l'omonima fiction, il suo successo ed i suoi apprezzamenti tra il pubblico. 


E credo che se lo meriti, perchè questa non è stata solo una fiction, non una delle tante, almeno; è stata la storia di due famiglie, la storia di due amori, la storia di due ragazzi, la storia di un'epoca. 
Io ho iniziato a vederla credendo che fosse una di quelle serie che vanno tanto di moda al momento e quando mi sono ritrovata ad emozionarmi con i protagonisti ho capito che era qualcosa di più!




Perchè io ho vissuto insieme ai Costa e agli Strano le loro vicende familiari, io ho pianto alla dichiarazione di Vittorio Costa, io mi sono emozionata vedendo Bernardo e Benedetta e ho sorriso osservando i gemellini e la simpatica Marina. 



Così, all'improvviso, ho capito perchè tutti hanno amato questa fiction: perchè parla di vita vera, parla della storia di due famiglie che sono diventate un'unica famiglia e ci ha insegnato in tempi duri come questi, in cui ci si ammazza anche tra vicini di casa, come può essere bello trovare una famiglia che ti vuole bene e che ti permette di urlare al mondo quanto bello sia "questo nostro amore".




<< Perchè io ho vissuto insieme ai Costa e agli Strano le loro vicende familiari, io ho pianto alla dichiarazione di Vittorio Costa, io mi sono emozionata vedendo Bernardo e Benedetta e ho sorriso osservando i gemellini e la simpatica Marina.>>

mercoledì 7 novembre 2012

Elezioni.

"Obama ha vinto!", "Grande Obama!", "Ottima scelta!". Il web oggi è pieno di esclamazioni di questo genere ed io sono la prima ad affermare che se fossi stata americana, avrei scelto Barack Obama. 



Però noi non siamo americani, non abitiamo negli States, non abbiamo gli armadietti nelle scuole, non abbiamo il ballo di fine anno, non andiamo al college e non viviamo in praterie e non abitiamo in altissimi grattacieli e non abbiamo vissuto la tragedia delle Twin Towers. E la lista potrebbe ancora continuare, ma il succo rimarrebbe sempre quello: noi non siamo americani. Anche se ci sforziamo di imitarli, anche se vorremmo vivere nella Grande Mela, anche se li invidiamo. Si sa, l'erba del vicino è sempre più verde. E così, anche in occasione del "Voting Day" americano eccoci tutti lì in trepida attesa, eccoci tutti a dibattere e a prognosticare su chi avrebbe vinto, tutti a sperare che Obama vinca, tutti a "fingere" di essere americani. Lo so, lo so, questa è la globalizzazione, questo è ciò che significa essere un'unica grande cittadina, ma non prendiamoci in giro...A parte essere contenti che Barack abbia vinto e oltre a tifare inconsciamente per lui, che altro possiamo fare? Perchè ci preoccupiamo tanto di dire la nostra o di mandare in onda talk show politici che dibattono su chi vincerà? Se abitassimo a NY questo avrebbe un senso, ma noi siamo italiani e invece che preoccuparci così spasmodicamente delle elezioni in America dovremmo preoccuparci sulla nostra condizione politica attuale, su chi dovremo votare in un futuro non troppo lontano, su come possiamo combattere la cosiddetta "crisi" invece che tagliando a destra e a manca, su come potremmo riorganizzare la società, che sta letteralmente andando a pezzi. Lo so che questa è una visione piuttosto estremistica, ma è l'unico modo per permettere a tutti noi di comprendere dove finiremo se continuiamo sempre e solo ad appoggiare gli altri e a volerli imitare più che a pensare a dove potremmo arrivare noi stessi, come nazione, se solo ci impegnassimo sul serio. E forse se continuiamo così, a dicembre finirà davvero il mondo, come dicevano i Maya, perchè finiranno gli ideali concreti e la voglia di combattere per quello di cui si è convinti. Se invece usiamo i nostri sogni e le nostre speranze, così come la vincita di Obama, le scelte americane o di qualsiasi altra nazione come incentivo per rialzarci da questo "sonno sociale" forse a dicembre non finirà il mondo, ma inizierà quella nuova era in cui tutti sperano.





<<Però noi non siamo americani, non abitiamo negli States, non abbiamo gli armadietti nelle scuole, non abbiamo il ballo di fine anno, non andiamo al college e non viviamo in praterie e non abitiamo in altissimi grattacieli e non abbiamo vissuto la tragedia delle Twin Towers. E la lista potrebbe ancora continuare, ma il succo rimarrebbe sempre quello: noi non siamo americani.>>

mercoledì 25 luglio 2012

Cinquanta Sfumature.

Il libro di cui parlano tutti i mass media, la trilogia estiva, il romanzo che sta vendendo milioni di copie. Tutti ormai sembrano padroni dell'argomento e si sentono liberi di esprimere la propria opinione su "Cinquanta Sfumature". Così mi sono detta: "Perchè non farlo anche io, su questo minuscolo blog che forse nessuno legge?" Il dottor Flynn mi direbbe che ho scarsa fiducia in me stessa, ma la mia dea interiore sta saltellando felice di esprimere la propria opinione. 



Quindi? Quindi quello che penso io è che Cinquanta Sfumature è una trilogia da urlo. Al diavolo il bigottismo, al diavolo quelli che criticano la sottomissione delle donne, al diavolo quelli che vogliono spacciarla per una porcata, passatemi il termine. Sono una ragazza con forti principi e di certo non andrei a sponsorizzare un libro che svaluta la donna o che porta avanti il sesso più di ogni altra cosa. Ma Cinquanta Sfumature non è questo, non è quello che viene detto da giornali e televisioni, non è quel porno maledetto che tutti hanno paura di leggere, o meglio...hanno paura di ammettere di leggere. Perchè TUTTI vorrebbero leggerlo, anche il più casto degli uomini. E credo che questo sia normale, il sesso fa parte della natura umana e va considerato come parte di essa, se accompagna l'amore. Già, AMORE. Una parola che sembra ormai scontata, ma che è fondamentale nella nostra vita e che in questo libro viene messa in primo piano, più che tutte quelle sciocchezze sul sadomaso. Il sadomaso, la sottomissione e il Dominatore sono solo un maschera...una maschera che può attirare i più licenziosi, un maschera che può essere scambiata per verità, ma è semplicemente una maschera. Una maschera dietro alla quale si nasconde un uomo, Christian, che non ha potuto vivere un'infanzia come le altre, che ha un passato tormentato e che non ha fiducia in sè stesso. Un uomo che credeva di poter vivere senza amore, solo con un po' di sesso sfrenato fuori dalle regole durante i weekend e che invece ha incontrato la donna che gli ha fatto riscoprire cosa sia l'amore, la donna della sua vita. E ora ditemi se questo libro sia diseducativo, se parli solo di sesso, se sottometta la donna. Questo libro è semplicemente il frutto della fantasia di una casalinga, E.L.James,  che ha voluto raccontare una storia d'amore diversa dai soliti romanzetti sdolcinati alla Nicholas Sparks, fuori dai canoni comuni; ha voluto raccontare la storia di un uomo e di una donna che crescono insieme. Sì, INSIEME. Perchè non è solo Anastasia ad aiutare Christian, ma è anche Christian ad aiutare la piccola Ana, ancora inesperta al sesso e all'amore, ancora alla ricerca di sè stessa, delle sue paure e dei suoi bisogni, ancora in cerca di ciò che voleva davvero dalla sua vita. E, bisogna dirlo, è stato proprio grazie a Mr Grey e alla sua fantomatica passione per le brunette che gli ricordavano sua madre, quella "puttana drogata", come dice lui stesso, se queste due anime si sono incontrate. E hanno potuto vivere la loro storia, librando come due gabbiani su un mare in tempesta, o semplicemente come Charlie Tango su Seattle.


<<Il dottor Flynn mi direbbe che ho scarsa fiducia in me stessa,
ma la mia dea interiore sta saltellando felice di esprimere la propria opinione.>>

venerdì 2 marzo 2012

Chi sta con lo zoppo, impara a zoppicare.

Ieri è morto un grande artista, un bravissimo cantautore, ma soprattutto un uomo che riusciva a trasmettere emozioni. Sapete di chi parlo, del grande Lucio Dalla. Ma non me ne starò qui a salutare con parole commoventi questo cantante che ha fatto un pezzo della storia dell'Italia, no, non lo farò. 



Colgo l'occasione per riflettere su un tema che dilaga in questi momenti sui social network. Molti iniziano a pubblicare frasi o canzoni dell'artista morto e altrettanti criticano questo esibizionismo, come se si iniziasse ad apprezzare quell'artista solo in quel preciso istante. Io vorrei dire cosa ne penso, cosa credo che sia giusto. Non che io sia la voce della verità, assolutamente. Il mio parere credo che valga quanto quello di chiunque di voi, ma credo anche che il parere di tante persone messe insieme possa cambiare il mondo. Quindi che ne dite di ascoltarmi? (stavo divagando come al solito!). Allora...io sono d'accordo in parte con entrambi. Perchè io credo che ognuno di noi sia libero di pubblicare quello che vuole, senza sentirsi giudicato da qualcuno, ma credo anche che spesso ci lasciamo troppo travolgere dalle mode del momento. Se tutti iniziano a condividere canzoni di un certo tipo o se un personaggio famoso inizia a farlo...ecco che tutti faranno la stessa cosa. Se una nostra amica che ha tanti amici e consideriamo "importante" pubblica qualcosa e riceve tanti consensi...ecco che anche noi pubblichiamo una cosa simile. E' una cosa che a me per prima dà fastidio, ma mi basta rifletterci qualche istante per capire che...è umano. 



Chi di noi non ha imitato un cantante di cui si era invaghito o non ha cercato di vestirsi come il proprio idolo del momento? O ancora, chi di noi, stando a contatto con gente che la pensava in un certo modo o che aveva un determinato intercalare non ha iniziato a prenderlo? Anche il proverbio lo dice: "Chi sta con lo zoppo, impara a zoppicare." E lo so, lo immagino, mi sembra già di sentire qualcuno tra voi (credo parecchi!) che staranno brontolando tra sè e sè: "Io no! Non mi faccio influenzare da nessuno, ho un carattere forte!" E io vi rispondo: Non c'è nulla di male a farlo, non è un peccato mortale o una vergogna da nascondere. L'uomo ha imparato a scrivere e a parlare e a camminare grazie ai propri genitori, ai propri insegnanti, ai propri genitori...alla gente che gli stava attorno. Lo stesso Tarzan, vivendo tra gli scimpanzè, ha iniziato a comportarsi come loro. E ricerche scientifiche dicono che se un bambino vive in un posto dove nessuno parla, diventa sordomuto. Con questo cosa voglio dire? Che non è necessario giudicare e condannare chi si lascia trasportare dalla moda del momento o decide di condividere il video di una canzone di un cantante appena morto...perchè chissà! Magari non conosceva davvero quel cantante in modo sincero...e in questo modo ha imparato qualcosa di nuovo, è riuscito a comprendere meglio ciò che si è perso in tutto questo tempo. Chiaramente parlo di quella gente che si comporta in  questo modo in maniera sincera, perchè -ahimè- esistono sempre le eccezioni che confermano la regola, ovvero quella gente che non ha mai avuto un proprio pensiero, una propria opinione, un proprio giudizio e vive alle spalle di ciò che dicono gli altri. Sono loro la peggiore tipologia umana...perchè non hanno un'anima...o meglio, ce l'hanno, ma sono troppo occupati ad apparire per poterla mostrare al mondo. Mi verrebbe da dire che non cambieranno mai, ma non sono troppo pessimista, forse perchè sono giovane, e quindi spero ancora che nel mondo questa gente diminuisca e che pian piano, come fiori che sbocciano uno dopo l'altro...pian piano la gente cambi, facendo finalmente arrivare la primavera in un mondo che da troppo tempo vede l'inverno.

<<Il mio parere credo che valga 
quanto quello di chiunque di voi, 
ma credo anche che il parere 
di tante persone messe insieme 
possa cambiare il mondo.>>







giovedì 1 marzo 2012

Amanda.

Oggi, per la prima volta, ecco una storia scritta da me. Parla di Amanda, una madre che ha perso suo figlio, una delle tante madri a cui scompare un figlio, una di quelle madri che sperano ogni giorno di ritrovarlo. Chiaramente è una storia inventata, senza alcun riferimento a fatti o persone realmente esistiti. E' semplicemente frutto della mia fantasia. Vi consiglio di ascoltare questa canzone mentre leggete, io sono stata ispirata grazie a questa melodia: Struggle for pleasure.


Cammino tra la neve. Mi guardo intorno. Continuo a camminare e lo cerco. La neve mi cade in testa, la bufera incalza ma ciò che voglio è trovarlo, è averlo tra le mie braccia, è amarlo ancora. Cammino disperata, mi aggiro tra la neve, cado, mi rialzo, lo cerco tra gli occhi delle civette, tra i rami imbiancati, tra le baite chiuse, tra i pini silenziosi. Solo il vento mi parla, solo il suo fischio mi dà qualche aiuto, solo lui mi indica la via esatta, quella che ho per trovarlo, trovare lui, il mio amore, il mio destino, la mia vita. Corro, forse lo vedo, forse è lì, accanto a quella grotta, o no, o forse lo sto sognando, o forse è la mia immaginazione, o forse è tutto uno scherzo o forse non è lì. Ah no, eccolo! Ora lo vedo, è dietro quel pino…mi sorride! Forse stava solo giocando a nascondino come ai vecchi tempi, forse è scappato per farsi trovare, eccolo! È lui…ora non ho  dubbi! Il mio bambino mi sorride dietro quell’albero, il mio bambino mi guarda con occhi sorridenti, il mio bambino mi sta seguendo con i suoi occhi vispi. Lo raggiungo, finalmente felice di averlo trovato, corro da lui, come quando in estate lo andavo a prendere dall’acqua salata del mare, sorrido e giungo di fronte all’albero. Ma non lo vedo. Non c’è! Dove sarà andato? Lo chiamo, disperata, mi agito, corro, ancora, ancora, ancora, e ancora, e ancora. Rivoglio mio figlio, lo cerco, grido, urlo, corro…ma non c’è, non c’è, non c’è, non c’è! Queste parole mi martellano nella mente…non c’è, non c’è, non c’è! E poi…eccolo che compare. Mi fermo. Immobile. Paralizzata. Per un attimo ricordo. Un istante, tutto. Ricordo quell’istante in cui me lo hanno portato via, quel tragico momento in cui non l’ho più visto, in cui è scomparso. Era con noi, fino a pochi istanti prima, stavamo tranquillamente seduti al tavolo di quel maledetto ristorante, io, lui e suo padre quando…quando lui corre per andare a vedere uno stupido cagnolino e…non torna più. Non c’è più. Guardo la neve ormai rassegnata, ma il pensiero che possa ancora tornare non  mi lascia…il mio bambino è qui! Lo so! Urlo, grido, batto i piedi per terra e mi sembra quasi di sentire la sua voce, allora continuo a correre, e mi sembra di vederlo, mi sembra di sentirlo…corro, corro, corro, corro, corro…raggiungo l’autostrada e lui è lì, finalmente! Dopo vent’anni il mio bambino è ritornato, piccolo come allora, con i suoi occhi celestini e i suoi denti appena caduti, eccolo che mi sorride, e mi chiede di raggiungerlo. Non mi sembra vero, lo guardo finalmente felice, dopo tanti anni, e corro. Vado da lui. Vedo solo una luce, poi più niente.



La mattina dopo. In paese non si parla d’altro. Tutti lo sanno. La notizia ha raggiunto anche i quartieri più periferici. Amanda è morta, Amanda si è buttata sotto un tir. Amanda era troppo disperata per la scomparsa di suo figlio che ha deciso di farla finita; da dieci anni non usciva più di casa, da dieci anni non faceva che parlare da sola, anche suo marito l’aveva lasciata, tutti credevano che fosse impazzita. Tutti dicevano che si era suicidata, già…tutti dicevano questo. Ma non quei pini, quegli abeti, quella neve gelida, quel vento, quel tronco, quei passi scavati sulla neve, quelle civette. Loro sanno perché è morta. Perché aveva rivisto suo figlio, perché aveva finalmente trovato il suo bambino, perché voleva raggiungerlo, perché lo amava più della sua stessa vita. Era solo pazzia quella? Era solo la disperazione di una madre che non riesce a spiegarsi che fine abbia fatto suo figlio? Nessuno può dirlo, nessuno potrà mai saperlo. Ciò che ci resta è il ricordo dei suoi passi in quella neve e della sua gioia nel momento in cui ha rivisto il suo dolce e tenero bambino.

mercoledì 29 febbraio 2012

Fake.

Tutti abbiamo una maschera, una parte di noi che vorrebbe essere diversa da quello che in realtà e cerca in tutti i modi di diventarlo mediante un particolare esagerato, un piccolo gesto esuberante o una battuta diversa dal solito. Sì, tutti abbiamo un nostro fake. In inglese questa parola significa "falso" ma io non la interpreto in questo modo. Credo piuttosto che sia una maschera che ognuno di noi porta con sè e con cui cerca di nascondere quella parte di sè che gli piace di meno. 



Molti considerano questa parola come il sinonimo di un mondo virtuale in cui molti si fingono di essere chi non sono, personificando attori famosi e personaggi televisivi...giusto per il gusto di provare l'ebbrezza di qualcosa di differente dalla normale vita quotidiana. Certo, questo è il fake per alcuni, ma io non voglio parlare di questo mondo forse troppo artificiale e fantasioso. Voglio parlare della vita reale, perchè è quella che viviamo tutti, quella con cui ci rapportiamo ogni giorno, quella che viviamo attimo dopo attimo. E la cosa più triste è che anche nella vita vera ci sono i Fake, anche nella vita reale esiste gente che indossa una maschera, un po' come diceva Pirandello. Lui non sbagliava, lui sì che aveva capito tutto di noi esseri umani. L'uomo è un animale sociale e proprio per questo si stanca presto di ciò che era un istante prima, è sempre troppo insicuro di come è veramente, ha paura di essere apprezzato per le sue qualità...e così cerca la maschera che possa piacere di più alla società e alla gente che ritiene importante. Ad esempio, se al momento è alla moda portare sempre la coda di cavallo ed essere una ballerina...ecco che tutte le ragazze lo faranno. Ma basterà, l'anno dopo magari, che vada di moda l'aria da intellettuale che sa tutto e tutte quelle ragazza indosseranno Ray-Ban dalla montatura nera ed esagerata ed indosseranno gilet e camicie. Ma questa è vita? Alla fine delle giornata, quando finalmente la smettiamo di indossare la maschera, che ne rimane? Un mucchio di ossa e pelle, attaccate debolmente alla nostra anima. C'è chi dice che gli occhi sono lo specchio della nostra anima, ma se ogni giorno, ogni mese, ogni anno, questi occhi cambiano...qual è realmente la nostra anima? Come siamo veramente? Chi siamo? Queste domande dovrebbe porsele ognuno di noi, anche chi ora sta pensando che non appartiene a questo tipo di persone, perchè siete proprio voi la specie più pericolosa. Voi che credete di non essere Fake, voi che credete di essere nel giusto. Chi condanno non è la gente che finge di essere qualcuno su Social Network o che indossa una maschera rendendosene conto, ma chi lo fa senza accorgersene, o meglio...fingendo di non saperlo. Tutte quelle donne che indossano la maschera delle donne in carriera e la usano come scusa per stare poco con i loro figli, quegli uomini che fingono di essere buoni padri di famiglia e poi tradiscono le loro mogli, quei ragazzi e quelle ragazze che fingono di essere diversi da come sono o che si nascondono dietro un aspetto forte e ribelle, per non ammettere che invece si sentono soli e hanno paura di confrontarsi con gli altri. Sono loro quelli che devono cercare di vivere la propria vita smettendo di essere dei fake, buttando via la maschera e cercando di essere sè stessi. Perchè solo così potranno finalmente guardarsi allo specchio e vedere i propri occhi.

<<Alla fine delle giornata,

quando finalmente la smettiamo di indossare la maschera,
che ne rimane?
Un mucchio di ossa e pelle,
attaccate debolmente alla nostra anima.>>





martedì 28 febbraio 2012

Granelli di sabbia.

Passano i giorni, passano le ore, passano i minuti...tutto passa. Ciò che credevamo fosse presente e ciò speravamo diventasse futuro, eccolo che in solo istante di trasforma in passato. Poco fa ho scritto una frase, che in quel momento credevo fosse presente, ma che ora è già passata. E per alcuni di voi potrebbe invece essere futuro, perchè magari la leggerà quando io avrò smesso di scrivere e starò facendo altro. Quindi il tempo è qualcosa di soggettivo? Dipende. Noi uomini ci siamo costruiti i calendari, gli orologi e tantissime altre unità di misura che ci permettono di calcolare il tempo e di definire presente, passato e futuro. Ma in realtà io credo che questa sia solo una nostra illusione. Il realtà siamo noi a decidere cosa è passato e cosa non lo è. Siamo noi a decidere come e quando voltare pagina. Siamo noi a decidere tutto ciò. E quindi, nonostante sembri assurdo perfino dirlo, io credo che il tempo sia soggettivo. Posso scegliere di vivere questo pomeriggio come se fosse piena notte e posso decidere di stare sveglia a guardare la luna invece che dormire. 



Ognuno di noi fa le proprie scelte  e se ne prende le responsabilità. L'unica cosa certa è che il tempo scorre, vola via forse troppo in fretta e, sebbene siamo noi a decidere cosa farne, esso passa...inesorabilmente e il più delle volte ci ritroviamo a fare il conto solo con dei semplici ricordi. Quante volte, sapete, mi capita di ripensare al passato, a cosa mi è accaduto un anno fa e la cosa buffa e che non mi sforzo nel farlo...i ricordi riaffiorano come scogli che erano rimasti nascosti sotto la sabbia e che il vento e la tempesta hanno reso di nuovo visibili. Così, improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, mi ritrovo a pensare, mi ritrovo sola con me stessa a riflettere a tante, troppe cose. E spesso commetto l'errore di pensare a "come sarebbe stato se...", "cosa sarebbe successo se...", "come avrei agito se..." e altre mille domande di questo genere. Non fraintendetemi, sono felice delle scelte che ho fatto finora, ma spesso mi ritrovo a pensare a cosa sarebbe accaduto se avessi mollato la presa meno facilmente, se fossi stata più decisa nelle mie scelte, se avessi combattuto fino all'ultimo. Purtroppo però le cose non si possono rifare...è come arredare una casa. La prima volta non è mai quella buona; la seconda, forse. La terza sicuramente. Ma noi non abbiamo nove vite come i gatti, no? E allora credo che la scelta più saggia da fare sia vivere il proprio tempo e i propri attimi come ci si sente di fare, di comportarsi come si crede più giusto...e anche se poi penseremo che se avessimo agito diversamente qualcosa sarebbe potuto andare come desideravamo, non dobbiamo MAI pentircene. Perchè la vita è una sola e ogni attimo di essa è un istante che non vivremo mai più, che non tornerà mai più e non possiamo certo lasciare che trascorra senza renderlo indimenticabile, nel bene o nel male.

<<Il tempo è  come una clessidra.

Le nostre azioni sono i granelli di sabbia,
che scorrono inesorabili attraverso i nostri corpi.>>






lunedì 27 febbraio 2012

L'amore è vita.

Ho deciso che ogni giorno parlerò di un argomento diverso, un argomento che riguarda ciascuno di noi, un argomento che ci colpisce da vicino. Lo farò con le mie parole e le mie esperienze e lo condirò con fantasia e libertà, perchè io ODIO TREMENDAMENTE le situazioni statiche e monotone. Per questo metterò un mio tocco in tutto, cercherò di interessarvi nel miglior modo possibile. E oggi voglio parlarvi di Amore. Lo so cosa state pensando, lo so cosa credete. E' un argomento detto e stradetto, comune, banale e ormai gettonato da tutti. Insomma sembra la cosa più semplice di cui parlare e invece è la cosa più difficile da fare. Sì, è facile parlarne in termini comuni, inserendo citazioni di poeti e filosofi qua e là, ma siamo in grado di parlarne secondo la nostre esperienza di vita? Secondo le nostre aspirazioni, i nostri sentimenti, il nostro cuore? Così diventa più difficile, perchè se ne vorebbe parlare con un milione di parole e invece ci si riduce ad un sorriso. Ebbene, oggi cercherò di fare l'impossibile, cercherò di definire a parole mie l'amore. Spero di essere il più chiara possibile e di non finire col passare ad argomenti che non c'entrano nulla, come mi capita spesso, troppo presa dal flusso delle mie stesse parole. Ecco, mi stava risuccedendo. Allora, concentriamoci sull'argomento. L'amore. Cos'è l'amore? L'amore non è solo un sentimento, un'emozione, uno stato d'animo. L'amore è tutto quello che ci circonda, l'amore è uno sguardo, un sorriso, una parola, un gesto, una piccola attenzione, un bacio, una carezza, un abbraccio, uno schiaffo, un pugno, sì. 



L'amore è tutto questo, l'amore è la nostra vita. Qualsiasi cosa che noi facciamo, quello è amore. Anche io adesso, scrivendo queste poche parole, sto scrivendo amore. Perchè l'amore non è solo quello tra due innamorati, non è solo quello tra genitori e figli, tra amici, tra fratelli. L'amore è qualsiasi cosa noi compiamo per far piacere ad un altro, qualsiasi cosa che ci mette in comunicazione con un altro essere umano, animale o vegetale che sia. Io ora scrivo qui perchè voglio condividere con voi le mie emozioni e vi sto trasmettendo un po' di quell'amore che ho nel mio cuore. E voi, leggendo, state apprendendo un po' di amore e chissà...magari lo darete al vostro compagno vicino a voi, al vostro cane, a vostro figlio che dorme, all'alberello che state coltivando con tanta passione. L'amore è intorno a noi, sempre  e comunque. L'amore vive in noi e non scomparirà mai, finchè l'ultimo essere vivente sulla terra continuerà a vivere e a dedicarsi con passione ad un oggetto, un animale, una pianta. Poi, vabbè, c'è anche l'amore che lega due persone, quello che riusciamo a scorgere in un bacio o in un semplice gesto tra due innamorati, quello di cui tutti parlano. Ma non dobbiamo dimenticare che non solo quello è amore. L'amore è vita, l'amore è amicizia, l'amore è fratellanza, l'amore è passione, l'amore è ispirazione, l'amore è sognare. Non dimentichiamolo mai, perchè troppo spesso nel mondo ci si dimentica che l'amore è tutto questo. L'amore è l'essenza della nostra vita e non dobbiamo mai perderlo di vista. Se lasciamo che vada a finire nell'oblio più assoluto, la nostra vita non avrà più un senso e non avrà più motivo di essere vissuta.

<<L'amore è amicizia,
l'amore è fratellanza,
l'amore è passione, 
l'amore è sogno,
l'amore è vita.>>




domenica 26 febbraio 2012

First Time.

Eccomi qui. A scrivere il primo post del mio primo blog. Che emozione! Digitare questi tasti uno ad uno mi rende felice, mi fa sentire libera di poter esprimere tutto quello che ho dentro, senza il timore di essere giudicata o criticata. So che a molti potrebbe non interessare quello che scriverò, ma io lo farò lo stesso. Sono troppo spesso attenta a pensare a quello che gli altri potrebbero pensare di quello che dico (scusate il gioco di parole!) e spesso mi limito nel dire quello che penso. Ho così deciso di ritagliarmi questo piccolo spazio di web dove poter essere me stessa. Scriverò, scriverò, scriverò. A costo di farlo in treno, in bus, camminando in bici, mangiando, camminando. Ciò che voglio fare è scrivere. E' questa la passione che ho dentro...perchè quando scrivo mi sento bene, mi sento libera, mi sento salvata. 



E da qui potrete capire anche il titolo di questo blog: Sotèra. In greco Sotèra significa "Salvatore" ed è proprio questo che significa per me la scrittura. La scrittura è il mio salvatore, quello che mi salva da tanti e troppi luoghi comuni, da tante difficoltà che la vita comporta e mi permette di affrontare tutto con un sorriso. Perchè la vita che vita sarebbe se non avessimo una valvola di sfogo a cui poter confidare tutto, come se fosse un piccolo e segreto confessore, come se fosse un nostro amico immaginario, senza qualcuno che ci aiuti ad affrontare tutto con un sorriso? E' questo che mi succede quando scrivo. Tutti i cattivi pensieri vanno via e posso finalmente librare nel mondo dei sogni e della vita, quella vera. Perchè i sogni sono l'alimento fondamentale della nostra vita. Senza il desiderio di qualcosa di meglio sarebbe troppo monotono vivere. E sapete qual è il mio desiderio al momento? Mettere le cuffie nelle orecchie, chiudere gli occhi e lasciare scorrere le mie dita sui tasti del pc e...scrivere. Spero di riuscire a trasmettere il più possibile, anche piccole emozioni, anche piccole sensazioni, anche semplici sorrisi. Mi basta. Pubblicherò poesie e racconti, storie di vita quotidiana, notizie di cronaca, spettacolo, tv, ma non lo farò come una giornalista o come uno di quei terribili presentatori che "godono" nel parlare di tragedie, che amano avere ascolti più che dire la verità. Lo farò come una semplice spettatrice che filtra le vicende del mondo attraverso le sue dita, attraverso il suo tocco, mediante un semplice sguardo. Lasciate che vi accompagni in questo viaggio, non mi interessa quanti sarete con me e quanti ne rimarrete fino alla fine, anche solo una persona mi basta.

<<Scrivere è prendere un sogno e realizzarlo,

immaginare una nuvola e materializzarla,
prendere la vita e cambiarla.
Scrivere è raccontare emozioni
e provare a trasmetterle.>>