giovedì 31 gennaio 2013

Ian Somerhalder.

Covington, 8 dicembre 1978. Una donna di nome Edna, dà alla luce il suo secondogenito e decide di chiamarlo Ian. E’ un tenero bambino che si rigira nella culletta e guarda il mondo, a lui ancora sconosciuto, con i suoi vispi occhietti azzurri, profondi come l’oceano. Ian cresce in Louisiana, tra giochi nella natura, corse a cavallo, divertenti espedienti con suo fratello Robert e sua sorella Robyn e nuotate nelle acque del Golfo del Messico, lo stesso golfo danneggiato nel 2010 da una piattaforma petrolifera. 

                                                       
Ian diventa un adolescente e si affaccia nel mondo dei “grandi”: vorrebbe lavorare e diventare indipendente, per aiutare la sua famiglia e decide di inserirsi nel mondo della moda, anche grazie all’aiuto di sua madre. E’ un ragazzino molto carino, i suoi occhi risaltano subito all’attenzione di numerose agenzie di moda e il suo volto pulito ed angelico viene subito riconosciuto come un volto da modello perfetto. Passa il tempo ed Ian, ormai inserito nel mondo della moda, ha la possibilità di viaggiare il mondo ed avere un lavoro che lo sostenga, ma…vorrebbe qualcosa di più. Vorrebbe poter mostrare al mondo quello che sa fare, a parte sorridere davanti ai fotografi e posare vestito come un manichino. Ian vorrebbe far vedere al mondo che sa anche far uscire un’altra parte di sé, una parte che ancora molti non conoscono, un lato del suo carattere che può mostrare solo con la recitazione. Credo, infatti, che tutti abbiano un lato un po’ nascosto che riescono a liberare in vari modi: io lo faccio scrivendo, ma c’è chi lo fa cantando, suonando, danzando, correndo o chissà in quali altri maniere. Ian riesce a mostrarlo recitando. 

                                                            
Purtroppo non subito il mondo si è accorto del suo talento, infatti ha partecipato a numerosi film e serie TV senza troppo successo; ma io penso che se sei destinato a fare qualcosa, se la desideri dal profondo e se non ti arrendi mai, il sogno che aspetti arriva, in un modo o nell’altro. E così è stato per Ian: un bel giorno, ecco l’occasione della sua vita, un ruolo in “Lost”. E da quel momento la strada sembra essere continuata per il meglio, nonostante la morte prematura del suo personaggio, Boone. Il successo è continuato ed è scoppiato letteralmente quando ha interpretato (e interpreta ancora!) il ruolo del vampiro Damon Salvatore nella serie “The Vampire Diaries”.

                                                       
 E’ stato da questo momento che tutti hanno iniziato a conoscerlo meglio e ad apprezzarlo come avrebbe già dovuto essere apprezzato da tempo. Sarà stata la sua aria da cattivo ragazzo? Sarà stato il fascino del bello e tenebroso? Oppure i suoi capelli corvini riflessi alla luce, il suo sguardo magnetico e il suo sorriso pulito a far innamorare tutte le donne del mondo? Io sono rimasta letteralmente colpita dal suo incredibile modo di guardare le persone, come se le comprendesse in ogni gesto o parola, come se riuscisse a scavarne in profondità, come non era riuscito ancora a fare con sé stesso. Il personaggio di Damon è un personaggio alquanto complesso, ma altrettanto affascinante ed intrigante. Credo che sia questo il motivo per cui tutte ne rimagono ammaliate, soggiogate, rapite. E Ian riesce ad interpretare questo ruolo alla perfezione. Personalmente credo che sia il ruolo che gli sia riuscito meglio, senza nulla togliere a tutti gli altri, perché credo che Ian in questo ruolo sia riuscito a mettere quel lato di sé che esce soltanto nella recitazione. Sfortunatamente non lo conosco di persona, ma da quel poco che leggo su di lui e sulla sua vita privata, ritengo che nella sua vita lui sia tutt’altro che un “cattivo” come Damon Savatore. Ed è per questo, a mio avviso, che riesce ad interpretare questo ruolo così bene, perché chiunque di noi ha il bisogno di diventare qualcuno che nessuno crede potrà mai diventare, è il desiderio innato di ciascuno di noi di fuggire dalla vita di tutti i giorni e diventare sul set qualcun altro. Potrei anche sbagliarmi, e solo Ian potrà dircelo, ma credo che sia questa la ragione per cui riesce ad essere così…Damon. 

                                                             
Infatti, questo ragazzo dagli occhi profondamente intensi e dal sorriso tenacemente espressivo è una persona che sembra a dir poco perfetta. E’ un uomo impegnato nel sociale, per la difesa e la protezione di ambiente, animali, natura e…qualsiasi altra cosa che riguardi il Mondo. Ed è stato a questo punto che è aumentata la mia stima nei suoi confronti. E’ troppo semplice apprezzare un “personaggio televisivo”, è spontaneo e quasi “normale”, ma è altrettanto facilissimo dimenticarsene: basta smettere di guardare quel film e rendersi conto che non esiste realmente perché è solo opera della creatività degli sceneggiatori. Ecco cosa mi è successo con Damon Salvatore. Ho capito che era un vampiro bello e tenebroso, di cui qualsiasi ragazza si sarebbe innamorata, ma nulla di più. E allora? E allora, a quel punto, ho iniziato a capire chi fosse Ian Somerhalder, chi fosse l’uomo che interpretava quel ruolo; sono andata oltre al personaggio e ho deciso di informarmi su chi avevo di fronte. Bene, ciò che ho capito è che Ian è davvero una persona da stimare, per tutto quello che cerca di fare ogni giorno. Non credo che sia senza difetti, altrimenti non sarebbe umano, ma credo che il suo voler migliorare a tutti costi il mondo che ci circonda li annulli tutti. 

                                                   
Ha fondato una fondazione a suo nome, la “IS Foundation” il cui scopo è quello di educare, con la collaborazione di progetti, fondi e persone, a migliorare il pianeta e le sue creature. E continua, giorno dopo giorno, ad impegnarsi in questo progetto con tutto sé stesso, senza mai smettere. Ne ho visti tanti uomini famosi impegnati nel sociale, ma mai nessuno mi è sembrato sincero come lui, privo di interessi e desideroso di “convertire” la Terra in un posto pulito e sano. Ed io lo ammiro per questo. La vita è troppo breve per starcene con le mani in mano ad aspettare che qualcuno con un colpo di bacchetta magica trasformi la spazzatura in caramelle, il petrolio in acqua o la cattiveria in bontà, la vita è troppo breve per smettere di sorridere e credere in quello in cui speriamo e vogliamo dal profondo. Ed è questo l’insegnamento che dobbiamo trarre da Ian e dalla sua continua campagna in favore di un mondo migliore; a prescindere dal fatto di riuscire a cambiare il mondo, per lo meno provarci, come sta facendo lui, è già un modo per sentirsi soddisfatti a pieno di questa nostra breve esistenza.

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