lunedì 21 gennaio 2013

Our journey is not complete.

Obama sa sempre cosa dire e cosa fare, sembra essere al posto giusto al momento giusto. Oggi, 21 gennaio 2013, ha preso ufficialmente inizio il suo secondo mandato e ha inaugurato la sua Presidenza negli Stati Uniti con un discorso che ha davvero un grande significato. E' stato un discorso che tutti noi dovremmo fare nostro e dovremmo cercare di seguire...Mi hanno molto colpito soprattutto alcune parole: "Our journey is not complete" ed è proprio su queste che vorrei riflettere, a prescindere del significato che hanno assunto nel discorso di Barack. Già, perchè il nostro viaggio non è completo, per nessuno di noi, nè per i giovani nè per gli anziani, nè per chi crede di essere "arrivato" chissà dove nè per chi sta cominciando. Tutti dobbiamo imparare e sperimentare e crescere. Tutti abbiamo la necessità di andare avanti e di conoscere a fondo quello che ci sta intorno. Sapete, spesso diamo troppe cose per scontato, crediamo che vivere nel secondo millennio basti a giustificare troppe ingiustizie. "Un tempo questo non accadeva", "Prima non era così", "Il mondo di oggi sta andando a puttane" sento dire troppo spesso e mi fa davvero tanta rabbia! E allora perchè non cerchiamo di cambiare questo mondo che fa così schifo? Perchè non ci sforziamo di capire che il nostro viaggio continua sempre e comunque? Per Obama il viaggio come presidente negli USA continua e sembra davvero carico e pronto per migliorare la sua nazione. E noi, siamo pronti? Tra politici che pensano a "fare gli splendidi" in TV davanti agli elettori, cittadini sempre più delusi e rivoluzionari che inneggiano al cambiamento senza reali promesse, siamo davvero sicuri di voler continuare il nostro viaggio? Io non ci sto, io rimango sempre più allibita e confusa perchè non è così che immaginavo fosse l'Italia. Io credevo che fossimo tutti un po' allegri e spensierati, come ci descrivono nei film americani, ma credevo che fossimo anche patriottici e uniti. E invece, crescendo, mi rendo conto che siamo patriottici ed uniti solo ai Mondiali di calcio o di fronte al Colosseo o tra le gondole di Venezia e invece vorrei che lo fossimo al lavoro, a scuola, in politica, per strada, nei negozi, di fronte alle continue ingiustizie che subiamo ogni giorno, così da dimostrare che per noi il nostro viaggio continua ogni giorno. Spero solo che arrivi qualcuno che lo capisca, intanto mi consolo pensando a come continuare il mio percorso di vita.



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